Visualizzazione post con etichetta terre rare. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta terre rare. Mostra tutti i post

lunedì 20 febbraio 2017

Aggiornamento sull'esaurimento dei minerali: abbiamo bisogno di quote di estrazione?

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR


Attualmente, il problema dell'esaurimento delle risorse manca completamente dal dibattito politico. Dev'esserci una qualche ragione per cui alcuni problemi tendono a scomparire dalla percezione dell'opinione pubblica man mano che peggiorano. Sfortunatamente, il problema dell'esaurimento non scompare solo perché l'opinione pubblica non se ne interessa. Ho parlato di esaurimento in profondità nel mio libro del 2014 “Extracted” ed ora Theo Henckens aggiorna la situazione con questo post basato sulla sua tesi di dottorato “Gestire la scarsità di materie prime, salvaguardare la disponibilità di risorse minerali geologicamente scarse per le future generazioni” (16 ottobre 2016, Università di Utrecht, Olanda). La tesi completa può essere scaricata tramite il link http://dspace.library.uu.nl/handle/1874/339827.  (UB)


I minerali stanno finendo: servono quote di estrazione

Di Theo Henckens

Per fare in modo che ci siano a disposizione zinco, molibdeno e antimonio a sufficienza per la generazione dei nostri pronipoti, abbiamo bisogno di una accordo internazionale sulle risorse minerali.

martedì 20 maggio 2014

La crisi delle terre rare: un segno dei tempi in arrivo?

Da2degrees”. Traduzione di MR

La crisi di disponibilità di terre rare sembra essersi allontanata, ma è un'anticipazione dei problemi che avremo?


Le terre rare non si trovano tipicamente in depositi economicamente sfruttabili.

di Ugo Bardi

L'embargo petrolifero del 1972 ci ha lasciati con una forte percezione di quanto siamo vulnerabili alle interruzioni della fornitura di risorse minerali. Queste preoccupazioni avrebbero potuto materializzarsi di nuovo quando nel 2010 la Cina ha annunciato che le sue esportazioni di terre rare sarebbero state ridotte. Visto che la Cina ha quasi il monopolio delle terre rare, i prezzi sono andati rapidamente alle stelle e tutto il mercato è stato in agitazione per alcuni anni, con diverse segnalazion di scarsità per applicazioni cruciali nell'industria elettronica. Ciononostante, la crisi delle terre rare sembra essere stata sopravvalutata, più che altro risultato delle nostre stesse paure. Oggi, la bolla è scoppiata e i prezzi delle terre rare sono crollati. Sono ancora più alti di quanto fossero in precedenza, ma la produzione non è calata e le paure di scarsità sembrano essersi ridimensionate. Quindi, come dovrebbe essere interpretata questa crisi? E' stato solo un fenomeno speculativo o segnala l'arrivo di problemi reali?

“Dopo la grande crisi petrolifera degli anni 70, il mondo non ha più conosciuto grandi crisi di risorse attribuite a fattori politici”.

Di certo la crisi delle terre rare ha colto di sorpresa molti di noi. Dopo la grande crisi petrolifera degli anni 70, il mondo non aveva più conosciuto grandi crisi di risorse attribuite a fattori politici. Questa calma è stata, molto probabilmente, il risultato del trionfo del fenomeno che chiamiamo “globalizzazione”. Col mondo che diventa un unico, enorme mercato per ogni tipo di bene, se un paese rifiuta di vendere una risorsa, i compratori possono semplicemente ottenerla altrove. La competizione spinge anche i venditori a tagliare i prezzi il più possibile e questo spesso significa trascurare il costo dell'inquinamento generato dall'estrazione.

Ma c'è un problema in questo mercato globale: è basato su un paradigma di abbondanza. Funziona finché le risorse sono sufficientemente abbondanti da permettere ai compratori di scegliere i venditori. Quando i venditori sono di meno o, peggio ancora, qualcuno ha il monopolio di una risorsa, allora le cose cambiano. I prezzi aumentano, i costi dell'inquinamento non vengono più trascurati e coloro che hanno il controllo della preziosa e rara risorsa sono tentati di usarla come arma economica, politica o persino militare. Questi fattori potrebbero essere stati alla base della crisi delle terre rare. I cinesi potrebbero aver ragionato sul fatto che le loro risorse erano preziose e limitate quindi che valesse la pena di conservarle. Un altro fattore che potrebbe averli portati a questa decisione è l'orrendo costo del danno causato dall'estrazione delle terre rare, spesso estratte con operazioni su piccola scala, pericolose ed inquinanti. Infatti, anche al di là del caso delle terre rare, il paradigma dell'abbondanza delle risorse minerali sembra che stia per uscire di scena.

Una serie di fattori stanno causando un aumento dei costi di estrazione; compresi più alti costi energetici, degrado dei minerali di alta densità e inquinamento in aumento. Questi maggiori costi generano ritorni economici decrescenti dell'estrazione e, di conseguenza, prezzi più alti per tutti i beni minerali. Allo stesso tempo, l'inquinamento collegato all'estrazione sta aumentando, per esempio in termini di emissioni di CO2 generati bruciando carbonio fossile. Vista sotto questa luce, la crisi delle terre rare di qualche anno fa, anche se non è più preoccupante in sé stessa, potrebbe essere stato un primo sintomo di quello che avverrà. Solo pochi anni dopo, stiamo assistendo ad una crisi molto più pesante per la globalizzazione con il conflitto in Ucraina che sembra segnalarci un ritorno ad un mondo a due blocchi (o, forse, più di due). Un fattore importante che ha creato questa crisi potrebbe essere stata la percezione che l'Ucraina potrebbe avere grandi risorse di gas di scisto nella valle di Lublin, nelle provincie occidentali. In una percezione di abbondanza, non avrebbe senso giungere a grandi crisi geopolitiche per queste risorse (o per qualsiasi singola risorsa). Ma in una percezione di scarsità è vero il contrario. Questi due effetti, infatti, sono due facce della stessa medaglia, una conseguenza del graduale esaurimento dei depositi di alta densità. Ciò che abbiamo visto con le terre rare è solo un sintomo di un nuovo mondo che sta arrivando.


Elaborato sulla base di dati da:  "Extracted, come la ricerca di ricchezza minerale sta saccheggiando il pianeta" di Ugo Bardi. Sarà pubblicato il 12 giugno da Chelsea Green e sarà disponibile attraverso tutti i canali principali e i rivenditori online. E' stato presentato nel 2013 come rapporto al Club di Roma, un think-tank internazionale, la cui missione è di intraprendere l'analisi e far crescere il dibattito su come ottenere un pianeta più resiliente e sostenibile. Per leggere altro, comprate il libro di Ugo Extracted: come la ricerca di ricchezza minerale sta saccheggiando il pianeta