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mercoledì 28 gennaio 2015

Colpo di frusta!

Da “Club Orlov”. Traduzione di MR

do Dmitri Orlov

Nel corso del 2014 i prezzi che il mondo paga per il petrolio greggio sono precipitati da oltre 125 dollari al barile ai circa 45 di adesso e potrebbero facilmente scendere ulteriormente prima di ricominciare a salire, prima di collassare ancora e risalire ancora. Avete afferrato l'idea. Alla fine, la folle altalena del mercato del petrolio, e quella persino più selvaggia dei mercati finanziari, delle valute e dei rutilanti fallimenti delle società energetiche, poi delle entità che le hanno finanziate, i default nazionali dei paesi che hanno sostenuto queste entità, causeranno a tempo debito il collasso delle economie industriali. E senza un'economia industriale funzionante il petrolio greggio verrà riclassificato come rifiuto tossico. Ma questo è fra due o tre decenni nel futuro.


domenica 7 dicembre 2014

Discorso felice sul clima

DaClub Orlov”. Traduzione di MR


Mathiole
[Aggiornamento per tutti gli altri: ho avuto insetti che si sono spiaccicati sul mio parabrezza e che sono più intelligenti di questi negazionisti climatici i cui commenti non mi metto nemmeno a leggere. Ignorateli più che potete.]

[Aggiornamento per negazionisti climatici: risparmiatemi per favore il disturbo di segnalare i vostri commenti come spam. Questo blog non è per l'ignorante ostinato o per l'illetterato scientifico, quindi un cordiale addio a tutti voi].

Il patto climatico non vincolante che Stati Uniti e Cina hanno appena firmato permetterà alle concentrazioni atmosferiche di CO2 della Terra di arrivare alle 500 ppm ed oltre per la fine del secolo, ben al di là dell'attuale concentrazione di 400 ppm. Storicamente, questa concentrazione è stata sufficiente per produrre un Artico senza ghiaccio, livelli dell'oceano significativamente più alti e un ambiente che è improbabile sia in grado di sostenere grandi popolazioni umane.

Secondo uno studio del novembre 2011 pubblicato su Science, “Nella nostra attuale direzione delle emissioni, i livelli di CO2 nel 2100 toccheranno livelli visti per l'ultima volta quando la Terra era più calda di 26°F (16°C)”. Gli scienziati che fanno parte del IPCC hanno avvertito che solo un aumento di 4°C significherà che “le persone non saranno in grado di farcela, lasciamo stare il fatto di lavorare produttivamente, nella parte più calda dell'anno”.

In breve, questo accordo non fa niente per prevenire un disastro completo, totale e non mitigato che è probabile che significhi la fine dell'agricoltura, della civiltà urbana e potrebbe condannare gli esseri umani, insieme a gran parte delle altre specie di grandi vertebrati, all'estinzione.

Allo stesso tempo, May Boeve, direttrice esecutiva di 350.org, aveva questo da dire: “Non è una coincidenza che dopo la più grande mobilitazione per il clima della storia, i capi mondiali stiano intensificando la loro ambizione sull'azione climatica. Questo annuncio è un segno che il Presidente Obama sta prendendo seriamente la sua eredità climatica ed è disposto a resistere ai grandi inquinatori”.

Forse è il momento di rinominare 350.org in qualcosa di più vicino alla realtà. Questa organizzazione ha ovviamente perso la propria battaglia per limitare le concentrazioni di CO2 a 350 ppm e il fatto che i suoi capi stiano cantando vittoria e vogliano continuare la battaglia può significare solo una cosa: non c'è mai stata una battaglia, solo qualche solito ed inutile politichese.

Naturalmente, la Casa Bianca è stata anche veloce a prendersi il merito, dichiarando che “il nuovo obbiettivo degli Stati Uniti raddoppierà il ritmo delle riduzione dell'inquinamento da carbonio dal 1,2% all'anno in media durante il periodo 2005-2020 al 2,3-2,8% all'anno in media fra il 2020 e il 2025”.


Su questo sfondo di inconfondibile fallimento dell'ambientalismo, ci sono riduzioni reali delle emissioni di biossido di carbonio che hanno luogo negli Stati Uniti – sicuramente troppo piccole per salvarci, ma ciononostante reali. La ragione per cui hanno luogo è che l'economia statunitense sta diventando sempre più svuotata. A questo tasso, agli Stati Uniti non rimarrà gran parte dell'economia industriale rimasta all'interno del quadro temporale affrontato in questo accordo climatico. La disponibilità di Obama di formare denota, fra le altre cose, un riconoscimento del collasso economico in atto ed un'ipotesi per la quale questo potrà soltanto accelerare. Il suo “2,3-2,8% all'anno in media” stabilisce un limite superiore ottimistico sulla lentezza con la quale gli Stati Uniti collasseranno.

La situazione della Cina è piuttosto diversa. Firmando l'accordo climatico, il governo cinese ha fatto buon gioco rispetto ad un pubblico sempre più irritato dalla devastazione ambientale che non può ignorare, compresa l'aria sporca, i fiumi pieni di maiali morti ed altri miracoli del genere. Allo stesso tempo, la leadership cinese vede ancora la crescita economica come qualcosa che serve per mantenere la stabilità politica e la crescita economica a sua volta richiede di bruciare più combustibili fossili.

Sì, si parlava di “rinnovabili” come l'eolico e il solare, ma le installazioni di eolico e solare vengono costruite e mantenute usando una base industriale che va a combustibili fossili. Fornisco energia solo quando è soleggiato e/o ventoso e sono incapaci di fornire il carico di base costante che una società industriale richiede. Si è parlato anche di fonti di energia “zero carbon” come il nucleare e il piano richiede che la Cina costruisca un terawatt aggiuntivo di generazione di energia nucleare, ma si deve tenere a mente che le centrali nucleari consumano una prodigiosa quantità di energia da combustibili fossili durante la loro fase di costruzione decennale, per poi ripagarla quando entrano in funzione, ma continuano poi a consumare energia da combustibili fossili per un futuro indefinito – o fondono come Fukushima Daiichi in Giappone.

A differenza degli Stati Uniti che, una volta che l'attuale bonaccia dalla vita breve del fracking sia finita, torneranno a destreggiarsi fra esaurimento delle risorse e collasso economico, la Cina sta costruendo due enormi gasdotti per collegarsi alle abbondanti riserve russe che, a differenza del molto costoso “tight gas” prodotto negli Stati Uniti col fracking, può essere prodotto in modo molto conveniente. Ciò potrebbe permettere all'economia cinese di continuare a crescere per un po' e di placare la sua popolazione riducendo il problema dello smog urbano riducendo la propria dipendenza dal carbone.

Così, questo accordo climatico sembra significare le seguenti cose:

1. Gli Stati Uniti continueranno a collassare, persino l'amministrazione Obama dà questo per scontato ed ha stabilito un limite di sicurezza superiore su quanto lentamente si dipanerà questo collasso.

2. La Cina continuerà a crescere, divorando ancora più riserve, finché non si romperà qualcosa (cosa che succederà).

3. Gli attivisti del clima negli Stati uniti continueranno a vantarsi, aspettandosi che abbiano ottenuto qualcosa di diverso dalla sconfitta.

venerdì 11 luglio 2014

I fiaschi della politica estera americana

Da “Club Orlov”. Traduzione di MR

di Dmitri Orlov

Jon Shireman
Gli Stati Uniti sono stati molto occupati in questo secolo a distruggere sé stessi come potenza mondiale. Questo all'inizio è stato lento – dopotutto, i grandi imperi non tendono a collassare in una notte – ma dopo un decennio di sforzi assidui il ritmo ha cominciato a prendere velocità. Come gran parte dei collassi, i fiaschi che gli Stati Uniti hanno creato hanno avuto un passo lento all'inizio, poi tutto in una volta.

Prendete la “guerra” del 2008 alla ex Georgia Sovietica. Il Pentagono ha passato anni a cercare di far diventare la Georgia anti-russa, un burattino dominato dagli Stati Uniti. Poi, durante i Giochi Olimpici di Seul, il presidente della Georgia istruito dagli Stati Uniti ha deciso di compiacere i propri padroni iniziando bombardamenti di artiglieria di civili in una enclave contesa della Georgia abitata da cittadini russi. In risposta, i russi si sono riversati in Georgia, l'hanno ripulita, hanno annesso il territorio conteso (più un altro) e se ne sono andati. I media occidentali hanno diligentemente edulcorato i crimini della guerra georgiana e fatto del loro meglio per dipingere la Russia come l'aggressore. Ma i loro maestri non erano contenti e il suo presidente istruito dagli Stati Uniti è stato lasciato a girare nel vento come un cadavere politico.

Un fiasco simile ha cominciato a dispiegarsi in Ucraina nella primavera del 2014. Capite, la politica estera e le istituzioni militari statunitensi sono piuttosto compulsive nel loro incessante sforzo di minare la Russia. L'1% dei possessori del governo statunitense hanno anche una vendetta personale nei confronti di Putin. Non possono perdonargli ciò che ha fatto agli oligarchi russi che hanno fatto così tanto per minare la Russia sotto Yeltsin: li ha privati di denti e artigli, bandendoli dalla politica e privandoli di influenza politica. Durante i Giochi Olimpici invernali di Sochi, il presidente democraticamente eletto dell'Ucraina è stato rovesciato in un colpo di stato sostenuto da un'operazione sotto falsa bandiera in cui dei cecchini mercenari hanno ucciso decine di civili e poliziotti. Al suo posto gli Stati Uniti hanno insediato una giunta scelta di persona che comprendeva qualche elemento neo nazista. Questo fiasco si sta ancora svolgendo; ci tornerò fra un

Un altro fiasco che sta ancora fermentando è il ritorno al potere dei Talebani in Afghanistan. E' probabile che questo sia il risultato finale della più lunga occupazione militare degli Stati Uniti di tutti i tempi, che costa due trilioni di dollari ed è risultata in alcune migliaia di morti e decine di migliaia di feriti. Gli Stati Uniti hanno commesso un errore grossolano in Afghanistan cercando Osama Bin Laden che, come risultato in seguito, viveva tranquillamente vicino ad una base dell'esercito in Pakistan. Ops... paese sbagliato! A proposito di Pakistan, come bonus, gli Stati uniti sono riusciti a destabilizzare questa nazione armata di testate nucleari, come ha mostrato il recente attacco all'aeroporto di Karachi. Due fiaschi al prezzo di uno!

I fiaschi di politica estera in Ucraina e Afghanistan non sono proprio allo stadio di “tutto in una volta”. Ma la settimana scorsa siamo stati invitati ad uno spettacolo raro: 2 trilioni di dollari dell'investimento statunitense nell'esperimento di costruzione della nazione irachena, compresi 4000 morti e 50.000 soldati americani feriti sono andati in fumo. Un gruppo chiamato ISIS, che è ben più radicale di Al Qaeda, è emerso dalla Siria ed è rapidamente e violentemente penetrato nell'Iraq settentrionale ed ora sta bussando alle porte di Baghdad. In risposta, i membri della polizia, istruita e armata dagli Stati Uniti, e i militari si sono tolti le uniformi, e sono fuggiti abbandonando le loro armi. Gli sfollati dell'Iraq settentrionale ora si contano a milioni. Il fiasco in Iraq lavora in sinergia con quello in Siria, dove un tentativo degli Stati Uniti che dura da tempo di cambiare il regime ha prodotto una guerra civile che ha permesso a ISIS di organizzarsi ed armarsi. Il risultato finale potrebbe risultare essere un califfato ferocemente anti americano che coprirebbe gran parte di quella che era conosciuta come Siria e l'Iraq, oltre a un Iraq meridionale dominato dall'Iran: grande successo!

Nel frattempo, il tentativo degli Stati Uniti di gestire per fasi l'Ucraina è andato così bene che praticamente c'è un black out completo dei media occidentali su quello che sta accadendo lassù. Non è così in Russia: nonostante i giornalisti russi accreditati vengano vessati e rapiti da persone filo-governative, i media russi sono pieni di dettagli sulle marce neofasciste ucraine, sulle squadre della morte e sulle atrocità. Proprio la scorsa notte gli ucraini hanno bombardato un reparto maternità, uccidendo un'ostetrica. Questo rende i russi molto, molto arrabbiati – non tanto con gli ucraini, intendiamoci, nemmeno con le truppe ucraine che si stanno, come avrete immaginato, togliendo le divise e stanno abbandonando le loro armi ad ogni occasione che hanno. No, i russi sono arrabbiati con gli americani, i pupari che stanno dietro a questo casino.

I russi sembrano anche capire molto bene che sono stati provocati con l'idea di trascinare la Russia in un conflitto armato. Ecco una specie di elenco di provocazioni americane contro la Russia (un grande grazie a Saker per averlo messo insieme):


  • Riconoscimento di un regime illegale che è andato al potere con la violenza
  • Sostegno a un regime neonazista al confine con la Russia
  • Massiccia propaganda anti russa nei media occidentali (posseduti da oligarchi)
  • Rapimento di giornalisti russi pienamente accreditati
  • Copertura dei massacri di civili a Odessa e Mariupol
  • Uso illegale di bombe a grappolo proibite e di munizioni al fosforo bianco sui civili
  • Bombardamenti di artiglieria di intere città 
  • Attacco all'ambasciata russa di Kiev
  • Blocco della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU che condannava l'attacco all'ambasciata russa di Kiev
  • Attentati con auto bombe a pubblici ufficiali nell'Ucraina orientale
  • Tentativi (falliti) di imporre sanzioni alla Russia
  • Importazione segreta in Ucraina di aerei ed elicotteri da parte di paesi della NATO da usare contro i civili
  • Uso segreto di diverse centinaia di mercenari occidentali da parte di Academi (ex Blackwater)
  • Massacri di soldati feriti negli ospedali
  • Violazioni sistematiche di tutti gli accordi raggiunti con la partecipazione della Russia
  • Bombardamento di chiese ed ospedali (questo è iniziato ad accadere nelle ultime 24 ore)
  • Rifiuto di fornire corridoi di fuga ai civili intrappolati


Queste sono solo alcune delle cose che è improbabile che sentirete parlare se vivete in occidente. Ciò di cui sentirete probabilmente parlare invece è che Putin ha invaso la Crimea. Non lo ha fatto; le truppe russe sono sempre state in Crimea, sulla base di un trattato internazionale di lunga data e i livelli delle truppe russe non hanno mai superato quelli concordati. E' anche probabile che sentirete che Putin ha annesso la Crime con la forza. Non lo ha fatto; la gente della Crimea ha votato in modo schiacciante per annullare la decisione sovietica di annetterla all'Ucraina e si è riunita alla Russia di loro spontanea volontà. Ma la Crimea ora è parte della Russia, pacifica e prosperosa, e accoglie i rifugiati russi che stanno fluendo attraverso il confine ucraino, e il nuovo mantra ripetuto senza sosta dai media occidentali è che le forze ucraine (i buoni) stanno combattendo i “separatisti filorussi” (i cattivi) che stanno provocando il caos nell'est del paese. Per prima cosa, non sono filorussi – sono russi, in nulla diversi da quelli al di là del confine in Russia. Secondo, non sono “separatisti” - vogliono riunirsi alla Russia, disconoscendo la decisione dell'era sovietica di annettere la loro parte di Russia all'Ucraina.

Quindi cosa stanno facendo questi valorosi difensori della sovranità ucraina e dell'integrità territoriale? I separatisti filo-ucraini sono più o meno in grado di occupare un aeroporto e una collina vicino a Slaviansk e Kramatorsk. Hanno preso Krasny Liman e commesso un massacro nel locale ospedale. E apparentemente hanno circa un migliaio di di soldati sparsi intorno all'aeroporto di Lugansk. Hanno mandato un IL-76 (il più grande aereo da trasporto del mondo) a salvarli e a rifornirli, ma è stato abbattuto. Non per mancanza di tentativi. Gli ucraini hanno dato inizio al loro regno di terrore ispirato dal nazismo con mazze da baseball, poi sono passati ai coltelli, poi alle pistole, alle armi d'assalto, mitragliatrici, mortai, artiglieria, lanciamissili, elicotteri d'attacco, aerei d'attacco, munizioni a grappolo ed ora persino fosforo bianco.

Nel frattempo, centinaia di soldati ucraini sono passati dall'altra parte – con le loro armi, compresi i loro comandi e carri armati. Un numero enorme dei loro coscritti sono stati uccisi. Alcune delle loro unità rimaste sono circondate e ci sono segni di un tentativo disperato di sfondare le loro linee, anche se alcuni di loro sono già passati dall'altra parte.

Come per le forze di autodifesa russe, sembrano stare sempre meglio. Hanno una buona rete di difesa aerea in funzione e presto potrebbero essere in una posizione per imporre la no-fly zone. Sono molto ben armati, in gran parte con armi prese agli ucraini. L'iniziale rivolo di volontari è diventato un flusso costante e comprende un sacco di volontari che fluiscono attraverso il permeabile confine russo (ricordate, ci sono russi su entrambi i lati del confine). Hanno anche qualche nuovo giocattolo di lusso che è sicuramente venuto dalla Russia, come guerra elettronica e sistemi avanzati di difesa aerea. E con tutto questo stanno cominciando ad impegnarsi in operazioni offensive contro i militari ucraini.

Tanto perché l'Ucraina sia una storia di successo. Ma lasciamo stare l'Ucraina, perché tutto questo è gestito da Washington, e Washington se ne frega dell'Ucraina – gli interessa solo di creare problemi alla Russia. Finora, nemmeno qui c'è un gran successo da riferire. Le sanzioni hanno spinto i russi a svendere i loro loro possedimenti in dollari e a rimpatriare i loro soldi dalla banche statunitensi. Il tentativo di liberare l'economia russa dal sistema del dollaro ha acquisito velocità e la Gazprom ha annunciato che non venderà più il suo gas naturale in dollari. La borsa russa è andata molto meglio da quando sono state imposte le sanzioni. La percentuale di approvazione dei russi per Putin è oltre l'80% (mentre Obama è al suo minimo storico). L'ovvio doppio standard e il gioco sporco di UE e Stati Uniti ha allontanato la popolazione russa dall'Europa facendola rivolgere verso oriente, dando un impulso al progetto di integrazione euroasiatico. (Cosa significa questo per gli stati uniti? Be' gli Stati Uniti non sono l'Eurasia, no? Hanno un sacco di basi militari in Eurasia, ma se volete sapere quanto siano utili, guardate sopra). Finora, il tentativo di usare l'Ucraina per creare problemi alla Russia si è ritorto contro alla grande: la Russia ha scelto la parte migliore della (ex) Ucraina – la Crimea – ed ora ha l'impulso politico per liberare sé stessa dall'influenza statunitense ed occidentale. La necessità di reinsediare il flusso di rifugiati russi dall'Ucraina dà ai funzionari russi qualcosa da fare. Sì, le notizie delle atrocità degli ucraini e delle squadre della morte tendono a radicalizzare la popolazione russa, ma poi le notizie dei volontari russi che si organizzano e collezionano o vittorie rende questo un problema minore.

E quindi, il tempo è assolutamente dalla parte della Russia.I militari russi non hanno bisogno di rispondere alle provocazioni americane invadendo l'Ucraina: le forze di autodifesa volontarie si prendono cura di sé stesse piuttosto bene. Nel frattempo, l'Ucraina rimane un non-stato disintegrato e in bancarotta. La Russia esternalizzava una buona parte della produzione industriale in Ucraina orientale, ma ora non più, mentre l'Ucraina occidentale (la parte dove alcune persone parlano realmente ucraino) è principalmente agricola e con tutte le distruzioni dei mesi recenti, il raccolto di cereali di quest'anno si profila essere un disastro.

Aggiungete questo all'imbroglio sul gas naturale. L'Europa prende un terzo del suo gas naturale dalla Russia e metà di questo passa per l'Ucraina. Qualche tempo fa, gli americani sono venuti fuori con un piano davvero delirante di rilevare la fornitura di gas naturale all'Europa, estromettendo la Russia. Il punto chiave è che il gas che serve non esiste. Gli Stati uniti sono un importatore netto di gas naturale e la sua produzione di gas convenzionale è in declino terminale. Ciò che prima permetteva agli Stati Uniti di fare dichiarazioni esagerate sulla propria produzione futura di gas naturale era l'idea che il loro gas di scisto sarebbe stato sufficientemente abbondante da soppiantare la Gazprom. Ma poi le riserve di gas di scisto negli stati uniti sono state ridimensionate del 96%. Fine della storia. Ma nel frattempo, i funzionari statunitensi hanno spinto per rendere più difficile alla Russia rifornire l'Europa. La Russia ha lavorato con diligenza su una nuova rete di gasdotti, chiamata South Stream, che aggira l'Ucraina, ma i funzionari americani hanno costretto la Bulgaria a fermare la costruzione del suo segmento perché l'azienda che lo realizzava è russa ed è stata unilateralmente sanzionata da Washington. Hanno anche istruito i loro fantocci ucraini a rifiutare di raggiungere un accordo con Gazprom. Gazprom ha chiesto all'Ucraina di saldare il suo debito per il gas che ha già bruciato (una richiesta non irragionevole) e di cominciare a fare i pagamenti in anticipo. Ha anche offerto all'Ucraina lo stesso prezzo del gas pagato dagli altri clienti europei. Gli ucraini hanno rifiutato, quindi stamattina è stato chiuso il rubinetto. Il gas che transita in ucraina verso occidente fluisce ancora, ma a a questo ritmo è questione di mesi prima che gli europei dovranno cominciare a sacrificarne un po' solo per tnere accese le luci a Kiev. Ricordate, l'Ucraina ha alcuni reattori nucleari tipo Chernobyl ancora ttivi e richiedono una rete elettrica funzionante per evitare la fusione se vengono chiuse – cosa che potrebbero benissimo fare se c'è una guerra in corso.

Come sappiamo tutti, è difficile fare previsioni (specie se riguardano il futuro), ma sembra abbastanza certo mettere già l'Ucraina fra gli altri fischi della politica estera americana. In questo momento è un fiasco che si muove lentamente, ma possiamo aspettarci che prenda velocità. Possiamo anche aspettarci che diventi più grande: arriva il prossimo inverno, se Kiev è buia, gran parte dell'Europa rabbrividisce al freddo e i reattori nucleari ucraini sono sul punto di fondere, gli europei potrebbero cominciare a pensare che forse gli americani non sono loro amici per niente, che far parte della NATO è una cattiva idea e che i cortigiani dell'America a Brussels dovrebbero essere presi a calci insieme all'UE e all'Euro. E questo renderebbe la primavera del 2015 molto interessante.

sabato 14 aprile 2012

Un po' di paglia in fondo al dirupo

Guest post di Dmitri Orlov
Traduzione a cura di Massimiliano Rupalti da Club Orlov




C'è un vecchio detto russo che dice: “Se avessi saputo dove sarei caduto, ci avrei messo sotto un po' di paglia” (“Знал бы, где упаду—соломки бы подостлал”). E' uno delle migliaia di detti che sono i depositari dell'antica saggezza popolare. Normalmente viene utilizzato per esprimere l'inutilità di tentare di anticipare l'inatteso. Qui, gli do un'accezione scherzosa, per sottolineare la follia del rifiuto di anticipare l'inevitabile.

Ho cominciato a pensare a queste righe quando sono stato invitato a parlare alla conferenza annuale di ASPO (Association for the Study of Peak Oil) che si è tenuta a Washington nell'ottobre dello scorso anno. Si profilava come qualcosa tipo un giro d'onore per il movimento del Picco del Petrolio, ora che il momento in cui il petrolio convenzionale globale aveva raggiunto il suo picco storico è veramente ben alle nostre spalle, mentre le più recenti risorse non convenzionali di combustibili liquidi si sono rivelate non abbastanza abbondanti e troppo costose sia per il portafogli che per l'ambiente. Vorrei usare questa opportunità per provare ancora a correggere quello che vedo come il maggior difetto della narrativa sul Picco del Petrolio: l'idea di un declino gentile e geologicamente gestito della produzione di petrolio, che sembra molto irrealistico, come ho detto nei dettagli nel mio articolo “Il Picco del Petrolio è Storia passata” più di un anno fa. Ma volevo anche guardare oltre a questo, abbozzare qualche piano che funzionasse, dopo che la produzione di petrolio si sarà tuffata da un dirupo, e cosa servirebbe per farli decollare.

E' cosa buona e giusta presentare argomenti verbali, ma le parole non valgono contro i numeri e le curve, quindi ho cominciato a guardarmi intorno in cerca di un modello che cogliesse l'essenza di ciò che avevo stabilito. Ho chiesto alla gente di contattarmi se volevano collaborare e sono stato molto felice di ricevere una email dal Prof. Ugo Bardi dell'Università di Firenze che mi chiedeva cosa avessi in mente. Ugo è un'autorità sul modello, tanto calunniato ma ora vendicato, de “I limiti dello Sviluppo”, avendone fornito un aggiornamento in un suo recente libro.




Ho risposto ad Ugo:

“Vorrei argomentare che, mentre il metodo usato per modellare il Picco del Petrolio usando una curva Gaussiana è ragionevole per quanto riguarda specifici giacimenti petroliferi, provincie e nazioni, non è ragionevole se guardiamo all'intero pianeta, perché, diversamente da provincie e nazioni che hanno un declino della produzione, il pianeta non può importare petrolio, mentre gli shock petroliferi causano il collasso delle economie industriali piuttosto del loro declino graduale lungo una curva geologica forzata. Nel mio articolo, ho fatto un lungo elenco di effetti come declino dell'EROEI, l'effetto dell'esportazione della terra, ecc., per avvalorare l'ipotesi di un declino rapido piuttosto che uno graduale”.


“Se prendiamo il nostro bel modello Gaussiano semplice del Picco del Petrolio e ci allontaniamo sufficientemente, questo sembrerà un impulso. L'ampiezza del picco e la larghezza non sono tanto  interessanti, ma sappiamo cos'è l'area sotto la curva: il massimo estraibile. Questa è la visione “Gola di Oduvai” del Picco del Petrolio. Tornando indietro, vediamo che la linea in salita è la linea di “crescita”, influenzata dalla crescita economica, miglioramento tecnologico, esplorazioni sempre più ampie e così via, e ci aspettiamo e vediamo la crescita economica. La linea in discesa, dall'altra parte, dominata dall'improvviso collasso delle economie industriali dovuta a tutti i fattori che ho elencato, ci si aspetterebbe che somigliasse ad un declino esponenziale, ma è così ripida che la potremmo paragonare ad una funzione a gradi. Questo è ciò che vediamo in genere quando un processo di crescita raggiunge il suo limite. La produzione della birra è un esempio famoso: la popolazione di lieviti e l'uso di zucchero aumentano esponenzialmente finché collassano”.

“Mentre il petrolio è la fonte di energia “attivante”, che rende possibile esaurire tutte le altre risorse ad un tasso elevato, un graduale declino della disponibilità arresterebbe il processo di esaurimento di (quasi) tutte le altre risorse (la legna da ardere nelle aree rurali e poche altre sono le eccezioni). Quindi, più il collasso viene ritardato, meno rimarrà per ricominciare, rendendo ogni tentativo di prolungare l'era del petrolio vano. Questo è un tema ecologico: più grande è il superamento (overshoot), più la capacità di carico finale è ridotta. Per questo, investire in schemi e imprese “a prova di collasso” è dannoso”.

Un'alternativa è quella di accantonare risorse (forniture, strumenti ed attrezzature, progetti, pacchetti di conoscenze) che possano essere facilmente distribuiti in caso di collasso. L'intera chiave di volta degli schemi d'impresa può essere sviluppata e capitalizzata, nell'aspettativa di collasso. Ciò 1. accelererebbe il collasso attraverso il ritiro di risorse dall'economia pre collasso (un positivo netto) e 2. provvederebbe ad un rapido sviluppo di imprese post collasso praticabili, come l'agricoltura manuale e biologica, trasporti a vela ed altri trasporti non motorizzati e così via (anche questi un positivo netto). Visto che c'è già una distinta mancanza di buone modalità per investire i soldi (Tesoro americano dei “Subprime”? Lingotti d'oro? Terreni agricoli africani colpiti da siccità?) questo potrebbe essere presentato alla comunità degli investitori come un modo per circoscrivere il collasso”.

Ugo ha risposto:

“Hmmm.... vediamo se ho capito quello che intendi: dici che una curva Gaussiana non va bene, che la discesa “dall'altra parte” del picco dovrebbe essere molto più rapida della crescita. Dico bene?

"Se sì, è curioso che io stessi lavorando a questo concetto proprio oggi – e penso di avere decifrato il problema proprio un'ora fa!! Forse era già ovvio ad altre persone, ma non lo era per me. Forse non sono così intelligente, ma almeno ora sono contento. Quindi, posso dirti che hai ragione sulla base del mio modello di dinamica dei sistemi. La discesa E' molto più veloce dell'ascesa!!”

“Quando ho ricevuto il tuo messaggio stavo giusto cominciando a preparare un post per “Cassandra's Legacy” su questo argomento. Così, se puoi aspettare un paio di giorni, completerò il mio post e lo pubblicherò. Quindi gli potrai dare un'occhiata e potremo discutere la cosa più a fondo. E farò in modo di citare il tuo post, perché penso che abbia centrato il bersaglio”.

Poco dopo Ugo ha pubblicato il suo post Effetto Seneca. Il nome proviene dalla citazione seguente di Seneca:

"Sarebbe una consolazione per la nostra debolezza e per i nostribeni se tutto andasse in rovina con la stessa lentezza con cui si produce e, invece,l'incremento è graduale, la rovina precipitosa.”
Lucio Anneo Seneca, Lettera a Lucilius, n. 91 

Ho risposto:

“L'effetto Seneca é eccezionale ed ha un nome azzeccato. (L'inverno scorso ho riletto le lettere di Seneca a Lucilius mentre ero a letto con l'influenza e le ho trovate molto rilevanti). Penso che dovrei essere capace di lavorare su questo modello per includervi alcuni altri effetti”.

Nel post di Ugo c'erano i dettagli di due modelli molto semplici.

Il primo modello riproduce la curva di esaurimento canonica, che è simile ad una curva Gaussiana. E' basata solo su un paio di relazioni intuitivamente ovvie: in primo luogo, il tasso al quale la base della risorsa viene sfruttata è proporzionale sia alla dimensione della base della risorsa stessa, sia alla dimensione dell'economia che è solita sfruttarla; in secondo luogo, l'economia decade nel corso del tempo (deprezzamento, entropia, ecc.). Imposta le condizioni iniziali, fa partire il tempo ed esce fuori la curva attesa.  

Il secondo modello incorpora il concetto di inquinamento, o burocrazia, o sovraccarico: gli inevitabili costi esterni dello sfruttamento delle risorse. Circa un terzo del flusso viene dirottato nel secchio dell'inquinamento, il quale anche decade nel tempo. Il primo modello, risulta, deve riempire il secchio dell' “inquinamento” sfruttando alcune altre risorse, attraverso l'importazione. Ma siccome il Pianeta nel suo complesso non importa nulla, il primo modello non è rilevante per fare un modello del Picco del Petrolio globale e quindi dobbiamo usare un secondo modello al suo posto.

Ho trovato il modello del dirupo di Seneca molto facile da riprodurre, prima usando un foglio di calcolo, poi scrivendo un breve programma su Python:


Ho mostrato i miei risultati ad Ugo e mi ha risposto: “Sì, sembra che funzioni”. Poi ho cominciato ad aggiungere elementi a questo modello, per vedere  cosa potrebbe servire per “riavviare” l'economia in un “sistema operativo” post combustibili fossili e post industriale. Sono partito da un assunto fortemente ideologico e molto ottimista: quando una massa critica di gente si rende conto che il Picco del Petrolio globale è avvenuto e che l'economia globale sta cominciando a collassare senza alcuna speranza di recupero, questa farà la cosa giusta, cioè prendere il 10% del rimanente prodotto industriale, dirottarlo e immagazzinarlo perché venga usato per “riavviare” in modo post industriale, una volta che il collasso avrà largamente fatto il suo corso. 

C'è un problema con questo piano: per un profano, il Picco del Petrolio globale è piuttosto difficile da individuare e porta ad uno stato di confusione e fibrillazione. Fino al collasso finale, sembra un plateau, in cui la produzione di petrolio si rifiuta di aumentare nonostante i prezzi siano storicamente alti.





Ma ignorare questo problema (bisogna idealizzare un po', per amor di chiarezza, quando si lavora con modelli concettuali), se cominciamo col mettere da parte un “Picco del Petrolio piccino” intorno a quando avviene il Picco del Petrolio e se distribuiamo tutto ciò che abbiamo accumulato quando l'economia dei combustibili fossili non ci può più sostenere, il quadro risulta essere questo:




Avvicinandoci, ci sono due inneschi: quando il “piccino” comincia ad accumulare (poco dopo il picco) e quando viene distribuito per costruire un'economia post collasso (quando l'economia dei combustibili fossili è ridotta al 50% del suo picco).


L'economia post collasso che ne risulta è molto più ridotta dell'economia dei combustibili fossili, ma ancora abbastanza grande per sostenere una porzione significativa della popolazione attuale, sebbene ad uno standard di vita molto più basso. Potrebbero non esserci riscaldamento o acqua calda nelle abitazioni, di sicuro niente vacanza ai tropici in inverno o frutta fuori stagione, niente trattamenti medici avanzati e così via. Ma sarebbe ancora meglio dell'alternativa, o, piuttosto, della mancanza totale di un'alternativa. 

Ho presentato questi grafici alla conferenza ASPO, dove sono stati accolti con un garbato silenzio. C'erano alcuni “investitori” alla conferenza, ma erano occupati a seguire una sessione dedicata a discutere le opportunità di investimento nell'economia dei combustibili fossili. Nessuno ha portato dei contro-argomenti, ma nessuno si è sentito in dovere di agire sulla base di quello che ho detto. Cosa pensate che sia? Perché questi individui ragionevolmente razionali che sono in grado di seguire un argomentazione e, incapaci di confutarla, non sono in grado di fare la transizione dal pensiero all'azione? Cosa li frena? Gli esseri umani sono chiaramente più intelligenti del lievito, ma che differenza c'è se sono incapaci di agire intelligentemente? Cercherò di affrontare questa domanda in un prossimo post.