giovedì 5 giugno 2014

Dennis Meadows: è troppo tardi per lo sviluppo sostenibile

DaEnergy skeptic”. Traduzione di MR



Un'immagine della conferenza di ASPO di Pisa del 2006, organizzata da ASPO-Italia. Dennis Meadows(in piedi) sta parlando. Seduto vicino a lui, il moderatore Jean Laherrere. In questo articolo da "EnergySkeptic" l'autore riparte da quella conferenza di ormai quasi dieci anni fa per aggiornare la situazione sulla base del recente convegno "L'Era dei Limiti". Col tempo, Meadows sembra diventare più pessimista e non ne mancano le ragioni.





[Dennis Meadows ha parlato alla conferenza ASPO sul picco del petrolio del 2006 a Pisa. Molti degli scienziati e dei relatori hanno detto che Meadows aveva ragione sui Limiti della Crescita  nelle loro presentazioni – infatti, il suo modello è apparso essere in anticipo coi tempi. Meadows odia fornire date ma, messo sotto pressione, ha detto che anche se pensava al 2030 come al più probabile quadro temporale per il collasso nel 1972 sulla base di varie proiezioni del modello, l'uso esponenziale delle risorse e la crescita della popolazione sembrano aver anticipato il quadro temporale a circa il 2020. Alla conferenza sui “Limiti della Crescita”del 2014 ha detto che il quadro temporale sembra essere il 2015-2020].

Dennis Meadows è uno dei coautori de “I Limiti dello Sviluppo (Crescita)”. Nel 1972, la squadra di 66 scienziati che ha messo insieme per lo studio originale su I Limiti della Crescita ha concluso che il risultato più probabile sarebbe stato un improvviso ed incontrollabile declino sia della popolazione sia della capacità industriale. Dmitry Orlov sulla presentazione di Dennis Meadow alla conferenza “L'Era dei Limiti” del 2014: “Dennis aveva acconsentito di presentarsi con riluttanza a questa conferenza. Si è ritirato dalle discussioni del Club di Roma ed ha trovato usi più gioiosi per il suo tempo. Ma è sembrato felice del risultato, dicendo che questa è la prima volta che si è trovato di fronte ad un pubblico che non ha avuto bisogno di convincere. Piuttosto, si è preso il tempo di aggiungere alcuni dettagli che credo siano importanti in modo cruciale, fra questi il fatto che il suo modello WORLD3 è preciso solo finché vengono raggiunti i picchi. Una volta avvenuti i picchi (fra il 2015 e il 2020) tutte le scommesse sono inutili: passato quel punto, la capacità predittiva del modello non è affidabile perché gli assunti sui quali si basa non saranno più validi”.

Alla conferenza 'L'Era dei Limiti' del 2014 ha anche detto che nel 1972 avevamo raggiunto circa l'85% della capacità di carico della Terra ed oggi siamo intorno al 125% ed ogni mese che ritardiamo nel tornare entro i limiti erode l'ulteriore capacità della Terra di tollerarci. “La ragione per cui non abbiamo una risposta al cambiamento climatico”, ah detto, “non è perché non abbiamo modelli migliori. E' perché la gente se ne frega del cambiamento climatico”. Questo potrebbe essere il nostro epitaffio. “Nel 1972 c'erano due possibili opzioni a disposizione per andare avanti – superamento dei limiti (overshoot) o sviluppo sostenibile. Nonostante la miriade di conferenze e commissioni sullo sviluppo sostenibile tenutesi da allora, il mondo ha optato per il superamento dei limiti.  Le scimmie pelate bipedi hanno fatto ciò che hanno sempre fatto. Hanno dominato e sottomesso la Terra. Di fronte alle prove inequivocabili dell'arrivo di una minaccia alla propria esistenza, hanno tergiversato e per poi cercare di cavarsela.

La civiltà globale sarà solo la prima di molte vittime del clima, Madre Natura ci sta venendo addosso ad un tasso di cambiamento che supera qualsiasi passaggio paragonabile negli ultimi 3 milioni di anni, a parte forse le meteoriti o i super vulcani che hanno disperso i nostri antenati in coppie a malapena sufficienti da essere in grado di riprodursi. Questo cambiamento sarà vissuto più a lungo e sarà più profondo di molti di quei fenomeni. Abbiamo alterato alla radice i cicli dell'azoto, del carbonio e del potassio del pianeta. Potrebbe non tornare mai più ad essere un ecosistema nel quale i bipedi mammiferi con cervelli bicamerali siano possibili. Perlomeno non per milioni di anni”.

La presentazione video comincia a 17:30, sotto le slide

http://deepresource.wordpress.com/2012/05/28/dennis-meadows/ 

E' troppo tardi per lo sviluppo sostenibile

Smithsonian Institution Washington DC, 29 febbraio 2012


  • Descriverò brevemente cosa abbiamo fatto nel 1970 -1972 e riassumerò i principali contributi del nostro studio.
  • Poi descriverò cinque ragioni per le quali è troppo tardi per realizzare lo sviluppo sostenibile.


  1. La discussione pubblica ha difficoltà con messaggi subdoli e condizionanti.
  2. I sostenitori della crescita cambiano la giustificazione del loro paradigma piuttosto che cambiare il paradigma stesso. 
  3. Il sistema globale ora è ben al di sopra della capacità di carico.
  4. Ci comportiamo come se il cambiamento tecnologico possa sostituire il cambiamento sociale. 
  5. L'orizzonte temporale del nostro attuale sistema è troppo corto.


  • Di conseguenza, suggerirò che è essenziale ora mettere più enfasi nell'aumentare la resilienza del sistema. 

Quello che abbiamo fatto

Una squadra di 16 persone ha lavorato sotto la mia direzione per elaborare un modello computerizzato che rappresentasse le cause e le conseguenze della crescita nei fattori fisici principali che caratterizzano lo sviluppo globale nel periodo 1900 – 2100. Il modello è stato dapprima concepito da Jay Forrester, che ha lo descritto nel suo libro World Dynamics. La mia squadra ha scritto e pubblicato tre libri aggiuntivi sul progetto, “I Limiti dello Sviluppo (Crescita)”, Verso un Equilibrio Globale e Dinamiche della Crescita in un Mondo Finito. Il nostro focus è stato su:

Popolazione        Risorse non rinnovabili
Beni industriali     Inquinamento persistente
Cibo

I nostri principali contributi


  • NON abbiamo provato che ci sono limiti alla crescita fisica su un pianeta finito. L'abbiamo presa come dato di fatto.
  • Abbiamo presentato informazioni su diversi limiti fisici – acqua, suoli, metalli ed altre risorse – per rendere l'idea dei limiti plausibile.
  • Abbiamo descritto le ragioni per cui la crescita della popolazione e della produzione industriale sono intrinsecamente esponenziali. 
  • Abbiamo mostrato che la crescita esponenziale giunge rapidamente ad ogni limite concepibile.
  • I nostri scenari computerizzati hanno dimostrato che la prevalenza di politiche di crescita porteranno al superamento e al collasso, ma non un approccio asintotico ai limiti. 
  • Abbiamo suggerito che i cambiamenti delle politiche potrebbero portare ad uno stato sostenibile, se i cambiamenti affrontano sia i problemi culturali sia quelli tecnici e venissero attuati in fretta.


I Limiti dello Sviluppo (Crescita) ha presentato 12 scenari. Quattro mostravano un equilibrio globale relativamente attraente senza alcun collasso. Tuttavia, è stato scritto sul New York Times:“Non è una coincidenza che tutte le simulazioni basate sul modello del mondo di Meadows finiscano invariabilmente col collasso”. I Limiti dello Sviluppo (Crescita), Peter Passell, Marc Roberts e Leonard Ross, New York Times, 2 aprile 1972. Noi abbiamo detto: “Questi grafici non sono previsioni esatte dei valori delle variabili in ogni specifico anno nel futuro. Sono soltanto indicazioni delle tendenze comportamentali del sistema. Pagina 93, I Limiti dello Sviluppo (Crescita). Tuttavia, una ricerca su Google oggi su “il Club di Roma ha previsto” dà 13.700 risultati, per esempio. “Nel 1972, I Limiti della Crescita, pubblicato dal Club di Roma, ha previsto che il mondo avrebbe finito l'oro nel 1981, il mercurio nel 1985, lo stagno nel 1987, lo zinco nel 1990, il petrolio nel 1992 e il rame, il piombo e il gas naturale nel 1993”. I sostenitori della crescita cambiano la giustificazione al loro paradigma piuttosto che cambiare il paradigma stesso. “Ad ogni singolo stadio – dal suo punto di arrivo prevenuto alla sua codifica prevenuta, all'organizzazione intorno ad una falsa logica alla ricordare e rappresentare male agli altri, la mente agisce continuamente per distorcere il flusso di informazioni in favore dell'abituale obbiettivo buono di apparire meglio di quanto non si sia veramente”, pagina 139 de La Follia degli Stolti; logica dell'inganno e dell'auto inganno nella vita umana, Robert Trivers, Basic Books, New York, NY 2011

Evoluzione della critica


  • Anni 70: non ci sono limiti effettivi.
  • Anni 80: ci sono limiti, ma sono molto lontani.
  • Anni 90: i limiti sono vicini, ma la tecnologi e i mercati possono aggirarli facilmente. 
  • Primo decennio del 2000: la tecnologia e i mercati non sempre aggirano i limiti, ma la politica migliore è quella di perseguire la crescita del PIL, così avremo più risorse per risolvere i problemi.
  • Anni 10 del 2000: se fossimo stati capaci di sostenere la crescita economica, non avremmo avuto problemi coi limiti. 


Data l'energia sufficiente, i minerali potrebbero essere cercati in mare, o dall'acqua marina stessa. Una fonte virtualmente infinita di energia, la fusione nucleare controllata dell'idrogeno, verrà messa in rete probabilmente entro 50 anni. “I Limiti della Crescita” di  Peter Passell, Marc Roberts e Leonard Ross, New York Times, 2 aprile 1972.

“le risorse naturali non sono finite, in un senso economico significativo, per quanto questa asserzione possa essere sbalorditiva. Le loro riserve non vengono fissate ma piuttosto si stanno espandendo grazie all'ingegno umano. Pagina 24, Julian L. Simon, The Ultimate Resource2, Princeton University Press, Princeton, NJ, 1996

Il sistema globale ora è di gran lunga al di sopra della capacità di carico


Per evitare il collasso servirà un orizzonte temporale più lungo di quello fornito dall'attuale sistema

Il petrolio facile è andato


  • Le scoperte di petrolio hanno raggiunto il picco negli anni 60. 
  • Ogni anno dal 1984 il consumo di petrolio ha superato  le scoperte petrolifere.
  • Nel 2009 le scoperte sono state circa 5 miliardi di barili (mb), il consumo di 31 mb.
  • Dei 20 giacimenti di petrolio più grandi del mondo, 18 sono stati scoperti dal 1917 al 1968, 2 negli anni 70. Da allora nessun altro.


La produzione globale di petrolio si sta avvicinando alla fine del suo plateau


  • 1995 – 1999 + 5.5%
  • 2000 – 2004 + 7.9 %
  • 2005 – 2009 + 0.4 %  - dati dal Supplemento Statistico Internazionale – edizione 2010, IEA, pagina 18
  • 2010 – 2030 – 50%*

Proiezione da Petrolio greggio – Panoramica dell'offerta, Energy Watch Group, febbraio 2008, p. 12.

Dal 2012, la capacità di surplus di produzione petrolifera potrebbe sparire completamente e per il 2015, il deficit di produzione potrebbe raggiungere quasi i 10 miliardi di barili al giorno”. - Joint Forces Command degli Stati Uniti, Joint Operating Environment Report, febbraio, 2010.

“Il picco della produzione di petrolio potrebbe essere già arrivato” - Science, pagina 1510, Vol 331, 25 marzo 2011

Ora è essenziale metter più enfasi sull'aumento della resilienza del sistema. Ora è essenziale cominciare a cambiare comportamento.

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Mukerjee, M. 23 maggio 2012. Presto l'Apocalisse: la civiltà ha superato il punto di non ritorno ambientale? Scientific American.

Meadows sostiene che il collasso ora è del tutto inevitabile, ma che la sua forma effettiva sarà troppo complessa da prevedere per qualsiasi modello. “Il collasso non sarà alimentato da una singola causa identificabile che agisce simultaneamente in tutti i paesi”, osserva. “Si verificherà attraverso un complesso di istanze auto rinforzanti” - compresi cambiamento climatico, limitazioni delle risorse e iniquità socioeconomica. Quando le economie rallentano, spiega Meadows, vengono creati meno prodotti rispetto alla domanda e £quando i ricchi non riescono ad avere di più producendo ricchezza reale cominciano ad usare il loro potere per prendere dai segmenti inferiori”. Quando le scarsità montano e la disuguaglianza aumenta, rivoluzioni e movimenti socioeconomici come la Primavera Araba o Occupy Wall Street diventeranno più diffusi – come lo sarà la loro repressione.

Molti osservatori protestano che tali scenari apocalittici non tengono conto dell'ingegno umano. La tecnologia e i mercati risolveranno i problemi nel momento in cui si palesano, sostengono. Ma perché accada questo, asserisce l'economista Partha Dasgupta dell'Università di Cambridge nel Regno Unito, i decisori politici devono guidare la tecnologia con i giusti incentivi. Finché le risorse naturali sono a buon mercato in confronto al loro vero prezzo ambientale e sociale – finché, per esempio, i consumatori di automobili non pagano per le vite perse a causa di condizioni climatiche estreme causate dal riscaldamento da parte delle emissioni di carbonio dei loro veicoli – la tecnologia continuerà a produrre beni ad alta intensità di risorse e peggiorerà il fardello che pesa sull'ecosistema, sostiene Dasgupta. “Non ci si può aspettare che i mercati risolvano il problema”, dice. Randers va oltre, asserendo che il focus sul breve termine del capitalismo, e per esteso dei sistemi democratici, rende impossibile non solo per i mercati ma anche per gran parte dei governi affrontare efficacemente i problemi a lungo termine come il cambiamento climatico.

“Siamo in un periodo di continuo caos la cui grandezza non siamo in grado di prevedere”, avverte Meadows. Non perde più tempo a cercare di persuadere l'umanità dei limiti della crescita. Piuttosto, dice, “sto cercando di capire come le comunità e le città possano tamponare la situazione” contro l'inevitabile atterraggio brusco.