venerdì 11 giugno 2010

Climatologi, balocchi, cemento e quattrini

Di fronte all'infame campagna di odio e di bugie scatenata contro la scienza e gli scienziati che è stata scatenata da un gruppo di gente senza scrupoli, non sono pochi quelli che stanno cominciando a pensare che è ora di reagire. Qui, è Silvano Molfese che si leva qualche sassolino dalle scarpe dicendo le cose che vanno dette.




di Silvano Molfese



A causa dell emissioni di gas ad effetto serra prodotte dall’uomo (antropiche), la temperatura globale sta aumentando. Uno degli effetti più preoccupanti, legato all’innalzamento della temperatura, è la diminuzione delle produzioni agricole: tutto questo si sta verificando con una popolazione mondiale in aumento. Ed allora perché buttare fango sui climatologi per confondere l’opinione pubblica sul cambiamento climatico in atto?

Oltre due decenni addietro lo scienziato della NASA, James Hansen, dichiarò: “E’ ora di smetterla di perderci in chiacchiere, dobbiamo affermare che ci sono prove piuttosto concrete che l’effetto serra si sta facendo sentire” “Il mondo sembrava mobilitarsi per combattere il più vasto e complesso problema che l’umanità si fosse mai trovata di fronte”   però   “...un gruppetto di scettici del clima, molti dei quali hanno conseguito il dottorato grazie ai finanziamenti del settore petrolifero, riuscirono a collocare il cambiamento climatico nell’ambito del dibattito scientifico anziché considerarlo una triste realtà” (1)

In vista della conferenza mondiale sul clima di Copenaghen, il prestigioso Worldwatch Institute aveva dedicato il rapporto sullo “Stato del Pianeta 2009” al clima intitolandolo: “In un mondo sempre più caldo”; nella pubblicazione i ricercatori hanno spiegato in modo chiaro gli effetti delle emissioni antropiche di gas serra. Come indicatori evidenti del riscaldamento in atto possiamo prendere i ghiacciai; per esempio in Abruzzo il ghiacciaio Calderone in meno di cento anni ha perso oltre 3 milioni di metri cubi di ghiaccio. (nuke.ilcalderone.biz)



Ghiacciaio Calderone

Ma ecco che all’approssimarsi del vertice di Copenaghen, viene messa in circolazione la posta privata, risalente al 1999, scambiata tra alcuni climatologi. Inizia così una campagna diffamatoria contro gli scienziati del clima con l’intento di rendere inaffidabili le persone e, soprattutto, ciò che i climatologi sostengono.


Due pesi e due misure

Qualcuno ha incaricato dei predoni informatici di spiare e rubare la posta elettronica privata dei climatologi Michael Mann e Phil Jones: non contenti di ciò li hanno messi alla gogna mediatica e poi sono state aperte addirittura delle inchieste giudiziarie a carico di questi scienziati che sono finite in una bolla di sapone.

Per un grave incidente ad una piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico gestita dalla BP, dal 20 aprile scorso si stanno disperdendo in mare tra 5 mila e 25 mila barili di petrolio al giorno! Inizialmente i dirigenti della società petrolifera dichiararono, mentendo, perdite giornaliere di mille barili di petrolio. E’ una grave catastrofe per l’ecosistema e per l’economia della pesca di una vastissima area. (Su http//petrolio.blogosfere.it Debora Billi ha scritto quasi ogni giorno su questa vicenda.) Se i dirigenti delle società coinvolte nel disastro, non riuscissero a ripristinare lo stato dei luoghi precedente l’esplosione della piattaforma, pagheranno di persona con qualche annetto al fresco?


La gabbia di ferro del consumismo

Qualche mese fa c’era chi non voleva vedere dentro al cannocchiale di Galileo; poi c’è stato chi proponeva il suicidio collettivo per i climatologi. (2)  In “Effetto Cassandra” ci sono numerosi articoli di Ugo Bardi sull’argomento. Facendo leva sull’immaginario collettivo, per far girare la giostra del consumismo più sfrenato, dopo anni e anni di bombardamento pubblicitario, il proverbio “usa le cose come cosa, non farti usare dalle cose come cosa” è stato sepolto da ogni genere di scorie, da milioni di colate di cemento e da miliardi di tonnellate di anidride carbonica.

Ma le reazioni di pancia si possono spiegare anche con questo forte attaccamento agli oggetti verso cui siamo portati come genere umano. Siamo intrappolati nella “gabbia di ferro” del consumismo. (3) Dopo alcuni decenni di massicci e sfolgoranti messaggi pubblicitari, l’auto è diventata il simbolo sacro a cui anteponiamo perfino gli affetti; qualche volta ho sentito dire: “tengo più a questa macchina che a mia moglie”. Siamo al culto dell’auto: di fatto molti l’ hanno messa al posto del proprio Dio!

L’auto non è solo una tonnellata e passa di ferro, vetro e gomma ma anche strade, cioè catrame, cemento, ferro e perdita di fertile terreno.  A Berlino il monumento che ricorda il genocidio degli ebrei (nella foto a lato) è costituito da parallelepipedi via via più alti: all’inizio tutto sembra visibile ma poi, andando avanti, ci si perde in un labirinto. Ebbene il consumismo, come il nazismo, è cresciuto poco alla volta e, passo dopo passo, ha annebbiato le nostre menti. 
   
Il consumismo si è trasformato in religione di stato, direi che è diventato religione mondiale.In TV i messaggi pubblicitari sono come il gatto e la volpe che riescono a truffare Pinocchio. I centri commerciali, luoghi del culto consumista, sono paragonabili al Paese dei balocchi: alla fine però si finisce asini, ovvero animali da fatica. Cosa potrebbe accaderci sulla strada dello spreco e dello sfrenato ricorso all’ usa e getta?

Questa confusione sui cambiamenti climatici, orchestrata dalla lobby del petrolio, fa comodo anche all’ industria del cemento.




Il ponte in primo piano, più nuovo, unisce gli stessi luoghi del secondo ponte più piccolo.


Con tratte di otto corsie si perdono circa 3 ettari di suolo per ogni chilometro di strada.

In Italia negli ultimi lustri sono stati costruiti molti doppioni e triploni (storcendo l’italiano), con i soldi pubblici.


A mali estremi, estremi rimedi.

In Italia, per produrre una sola tonnellata di cemento, si immettono in atmosfera ben 700 kg di anidride carbonica (4). In base ai dati pubblicati dall’AITEC  (www.aitecweb.com) per una produzione annua di 43 milioni di tonnellate di cemento (anno 2008) si immettono in atmosfera ben 30 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Equivalgono alle emissioni di centonove centrali elettriche turbogas a metano della potenza di 100 MW !

Secondo il Rapporto Stern sarebbe urgente tassare le emissioni antropiche di CO2 con 85 dollari per tonnellata emessa. Se un euro vale 1,20 $ ogni tonnellata di CO2 emessa deve essere tassata per 70,8 euro. Questo significa 49,5 euro in più per tonnellata di cemento: è necessario internalizzare i costi di produzione per dare un chiaro messaggio al mercato. (5) Tassare la produzione di 43 milioni di tonnellate di cemento significa ottenere un gettito di 2,12 miliardi di euro. Se, per effetto delle imposte, la produzione di cemento si dimezzasse, con un miliardo di euro si potrebbe incentivare il solare termico. In alternativa al bonus sul gas, alle famiglie più povere si potrebbe dare un contributo a fondo perduto di duemila euro per istallare i pannelli solari termici: si otterrebbe un concreto risparmio energetico ed una duratura riduzione di gas serra per un milione di famiglie nel giro di due anni.

Oggi molte persone, nelle società definite sviluppate, dopo aver soddisfatto i propri bisogni primari; pensano a sostituire il televisore in ogni stanza e ad acquistare l’auto più potente; progettisti e costruttori delle TAV invece sono proiettati mentalmente al possesso dell’aereo personale e della nave con sommergibile incorporato come fanno i petrolieri più danarosi. (6) Queste spese furono definite consumi cospicui da Veblen.

Negli ultimi anni si è parlato molto di cambiamento, flessibilità, elasticità: tuttavia nell’ ultimo decennio, con le dovute eccezioni, oltre a fare ben poco di sostanziale per il riciclaggio, il risparmio energetico, la conservazione dei suoli agricoli e forestali, si ostacolano in tutti i modi queste iniziative; saranno gli effetti della pigrizia mentale di una consistente fetta del club manageriale (inter)nazionale concentrata sul Jet privato?

E pensare che in Italia, solo per fare la raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta, si dovrebbero aggiungere oltre quarantacinquemila operatori: non è cosa da poco in un momento di grave crisi occupazionale. (*)

Forse i climatologi sono attaccati perché molti di questi scienziati si occupano di previsioni meteorologiche. I climatologi hanno conquistato credibilità perché ogni giorno milioni di persone nel mondo hanno modo di apprezzare l’elevata attendibilità delle previsioni meteo ed utilizzano proficuamente queste preziose informazioni. Per questa ragione i climatologi, quando parlano di legame tra cambiamento climatico ed emissioni di gas serra ad opera dell’uomo, trovano un vasto uditorio pronto ad ascoltare ciò che dicono: ecco l’attacco violento e pernicioso guidato sotto sotto da fortissimi gruppi di interesse.

Gli uomini possono anche aggirare le regole che si sono dati tant’è che una massima dice: “la legge si applica al nemico e si interpreta per l’amico”. Al contrario le leggi di natura non ammettono deroghe o prescrizioni: sono ineludibili ed inappellabili.


Bibliografia

(1) Flavin C., Engelman R. - 2009. La tempesta perfetta. - State of the World 2009, Edizioni Ambiente, 41

(2) Bardi U. – 2010.  Ammazzare i climatologi .  http//www.ugobardi.blogspot.com del 12 febbraio 2010

(3) Jackson T. – 2008. La sfida del vivere sostenibile – State of the World 2008, Edizioni Ambiente, 147

(4) Marco Pagani - 2008 . Il bel paese di cemento /4 Aumentano le emissioni di CO2.  http//ecoalfabeta.blogosfere.it del 6 giugno 2008

(5) Jackson T., Ibid.,  153

(6) Caprarica A. – 2009.  Granduchi di soldonia. Sperling & Kupfer, 64

(*) Calcolo fatto sulla base delle esperienze realizzate nel comune di Capannori,
      Lucca, e cortesemente fornite dal Sindaco Giorgio Del Ghingaro.